Le imprese del settore
Dott. Stefano Mercandino
Scienze e tecnologie alimentari
Negli ultimi anni il mercato ha mostrato un crescente interesse verso il settore dell’allevamento di insetti e, a seguito dell’approvazione dei regolamenti UE, ogni anno nascono nuove startup dedicate a questa filiera.
Attualmente, le aziende operative nel settore sono all'incirca una trentina.
Sintetizzando all'estremo, le scelte tecnologiche si riconducono sostanzialmente a tre modelli industriali:
a) Vertical farm: grandi impianti automatizzati «a cassette sovrapposte», dal costo unitario compreso tra 60 e 100 milioni di euro, teoricamente in grado di trattare decine di migliaia di tonnellate di scarti organici per stabilimento.
b) Sistemi modulari da inserire in capannoni esistenti: ovvero sistemi più flessibili - sempre a cassette sovrapposte - di dimensioni ridotte.
c) Impianti in container, pensate per realtà territoriali locali.
Quasi tutti gli impianti attuali, però, utilizzano mangimi industriali o substrati relativamente asciutti per l’alimentazione delle larve, mentre l’impiego di sottoprodotti e scarti alimentari rimane marginale.
Le ambizioni del settore di configurarsi come un modello compiuto di economia circolare risultano quindi, per ora, assai limitate.
Un sistema tecnologicamente diverso è stato sperimentato e messo in esercizio sino ad aprile 2025 dalla BEF Biosystems in Italia rappresentando una alternativa efficace anche per il trattamento di materiali umidi.
Modelli industriali a confronto
Vertical farm
Ynsect, Agronutris ed Enorm attraversano oggi una pesante crisi finanziaria, con il rischio concreto di fallimento o, nel migliore dei casi, di un drastico ridimensionamento.


In Europa una decina di aziende hanno scelto il modello dell’allevamento intensivo in grandi stabilimenti centralizzati ad elevata automazione.
Ogni impianto è progettato per produrre diverse migliaia di tonnellate di farina di insetto.
Si tratta di imprese attive nella ricerca da oltre dieci anni, ma nessuna ha ancora raggiunto i livelli produttivi promessi. Negli ultimi anni hanno raccolto ingenti capitali, prospettando agli investitori scenari molto ottimistici.
Protix, pur in forte ritardo rispetto al business plan presentato tre anni fa, ha comunque avviato progetti rilevanti in Polonia e negli Stati Uniti.
Innovafeed, Nasekomo, Divaks, Tebrio e Hipromine non mostrano invece difficoltà significative; in particolare Tebrio ha recentemente chiuso con successo un round di finanziamento da 30 milioni di euro.






Sistemi modulari


Una dozzina di imprese in Europa sono impegnate nello sviluppo di sistemi di allevamento semplici, facilmente integrabili in capannoni già esistenti.
Salvo poche eccezioni, queste aziende adottano un approccio tecnologico comune, basato sull’utilizzo di cassette standard inserite in camere climatizzate di dimensioni variabili.


La maggior parte di queste aziende è nata tra il 2017 e il 2024, ma lo sviluppo tecnologico risulta ancora relativamente recente, poiché i primi anni sono stati dedicati soprattutto alla ricerca in un settore allora del tutto inesplorato.
Alcune realtà si trovano ancora in fase pilota, mentre un paio hanno già avviato la fase commerciale, iniziando a vendere i propri impianti.


Il carico e lo scarico delle cassette sono gestiti da bracci robotizzati, mentre la preparazione del feedstock si avvale di impianti di triturazione e miscelazione derivati dalle tecnologie già impiegate nell’alimentazione dei suini e degli avicoli.
Alcune imprese, inoltre, hanno scelto di non gestire internamente la produzione delle uova, affidandosi a fornitori specializzati nella riproduzione delle mosche e nella fornitura di larve neonate.
Essendo sistemi modulari, l’investimento richiesto per attivare nuove linee di allevamento risulta notevolmente più contenuto rispetto a quello necessario per le aziende del primo gruppo. Di conseguenza, anche i capitali raccolti attraverso le operazioni di fundraising sono sensibilmente inferiori.


(*) Reploid è quotata alla borsa di Vienna dal mese di luglio 2025. L’importo indicato è stimato.
Impianti in container


Una impostazione da osservare con interesse.
Queste imprese al momento operano con pochi container e propongono soluzioni grafiche che suggeriscono possibili sviluppi.
I progetti sembrano buoni ma restano:
Dubbi sulla loro efficacia in termini di logistica, sicurezza degli ambienti di lavoro, rischio di fuga delle larve e integrazione con le reti energetiche e idrauliche.
Preoccupazioni legate al rispetto degli standard igienico-sanitari.


Le due imprese che sembrano meglio attrezzate per uno sviluppo positivo della loro proposta sono, al momento:
Better origin, che ha concluso negli anni foundraising per circa 16 milioni di dollari
Flybox, che ha raccolto oltre 3 milioni.


Proponiamo anche una parziale lista delle startup o dei progetti europei di cui si trova traccia in rete ma di cui non sono noti i risultati acquisiti o i progetti di sviluppo.
Spesso sono società nate a seguito della conclusione di progetti di ricerca finanziati.
Altri operatori




L'ultimo gruppo è composto da aziende hanno scelto di concentrare la loro attività nella fornitura di servizi tecnologici specifici o nella gestione delle sole fasi di riproduzione degli adulti.
